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Lo scenario definito dalla contrazione del numero di proprietari dei nuovi mezzi di comunicazione, di "inclusi" appunto, e dalla concomitante estensione della portata e della potenza di quegli stessi mezzi, rappresenta una potenziale minaccia per la democrazia rappresentativa . Il tanto celebrato cyberspazio, infatti, potrebbe assumere le caratteristiche del "vecchio mondo", in cui poche persone controllano la tecnologia delle comunicazioni e manipolano le convinzioni di miliardi di persone, piuttosto che quelle di un "nuovo mondo" in cui tutti i cittadini possono liberamente comunicare tra di loro . Per tale motivo, la maggioranza della popolazione della "civiltà dell'immateriale" ("reclusi" ed "esclusi" insieme) deve imparare ad applicare la propria ragione critica alle nuove tecnologie, poiché, credo, solo una  popolazione "informata" ed "informatizzata" può trarre vantaggio dalla rivoluzione cui le nuove tecnologie hanno sottoposto il "vecchio mondo", al fine di impedire che il potere, politico ed economico, si coaguli attorno a pochi centri nevralgici, nelle mani dei "nuovi padroni" delle comunità virtuali.

La Rete è solo agli inizi della suo espansione e del suo sviluppo, e questo fatto permette ancora ai suoi utenti un notevole grado di autonomia.  Il problema sta nel fatto che è una condizione precaria e destinata a concludersi relativamente presto. Ma, nel momento in cui questa  autonomia  dovesse contrarsi, se non si sarà creato un sistema di regole e diritti capaci di garantire lo spazio indispensabile alla libertà di ciascun individuo, aumenterà in modo smisurato il  potere (somma dei poteri espropriati ad ogni individuo) dei "nuovi signori dei media", che potranno  determinare quali informazioni vanno distribuite. Per ora, il criterio democratico di circolazione dell'informazione, permette a tutti i tipi di informazioni, diffuse da tutti i tipi di cittadini, di circolare liberamente, impedendo che s'incrementi il potere nelle mani di pochi a scapito dei molti . E' l'uso della telematica che si fonda sulla molteplicità di "reti informative alternative", per sfuggire al giogo dei monopoli . In futuro, il libero accesso alle reti di telecomunicazione, unito alla disponibilità di computer a prezzi ragionevoli, potrebbe consentire di gestire un numero sempre maggiore di reti alternative a scapito di chi desidera "costruirci" sopra, per interessi economici privati, "autostrade dell'informazione" obbligate . Allo stesso modo in cui, infatti, il libero e critico accedere degli individui al cyberspazio (con il portato di socievolezza e di comprensione dell'altro che implicano) può contribuire a rivitalizzare la società civile, la mancanza di controllo sui mezzi di comunicazione e la loro manipolazione da parte dei centri di potere politico ed economico, potrebbero trasformali in perfetti strumenti di dominio.

 

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