(1) Le marce di protesta, le occupazioni generalizzate, i pop-festival, le varie forme di "Comune", determinate situazioni post-rivoluzionarie come quella spagnola del 1936, gli scioperi, i consigli di quartiere, le associazioni locali, tutte le forme di gioco, le cooperative di lavoro controllate dai lavoratori stessi, i sindacati e ancora molto altro .
(2) A tale proposito gli scritti di Noam Chomsky, partendo dall'idea che la natura umana ha una sua struttura originaria, che raccoglie un insieme di elementi fissi e immutabili (ad esempio la "coscienza della libertà" che risiede in ogni individuo), dimostrano la possibilità di creare condizioni e forme sociali tali da garantire al massimo la libertà stessa, la diversità e l'autorealizzazione individuale . Una realizzabilità potenzialmente infinita delle possibilità creative dell'individuo, piuttosto che una loro limitazione . La dimostrazione di tali possibilità è data dal linguaggio (il cui modello teoretico si può applicare anche alla storia delle società umane) : di per se stesso è oggettivamente determinato, ma i suoi modi di combinazione interna variano ampiamente . "Principi generativi" liberi ed infinitamente vari all'interno di leggi e principi fissi .
(3) Colin Ward, La pratica della libertà, elèuthera, Milano 1996, p.63 .
(4) Robert Nozick giustifica invece lo "stato minimo" ridotto strettamente alle funzioni di protezione contro la forza, il furto, la frode, e di esecuzione dei contratti . "Lo stato minimo ci tratta come individui inviolati, che non possono essere usati dagli altri in certe maniere come mezzi o arnesi o strumenti o risorse; ci tratta come persone che hanno dei diritti individuali con tutta la dignità che ne proviene . Trattandoci con rispetto perché rispetta i nostri diritti, ci permette, individualmente o con chi meglio crediamo, di scegliere la nostra vita e di conseguire i nostri fini e l'idea che abbiamo di noi stessi, nel limite delle nostre capacità, aiutati dalla cooperazione volontaria di altri individui investiti della stessa dignità" . Qualsiasi stato più esteso è ingiustificato perché viola i diritti delle persone di non essere costrette a compiere certe cose . ( Anarchia stato e utopia, Le Monnier, Firenze 1981, p.353) .
(5) Colin Ward, op. cit. , p.18 .
(6) Giampietro N. Berti, Un'idea esagerata di libertà, elèuthera, Milano 1994, p.188 .
(7) Colin Ward, op. cit. , p.22 .
(8) "Ciò vuol dire che non si può pensare di abolire le contraddizioni, cioè il dinamico modo di essere di tali forze, ma solo di regolarle creando sempre nuovi equilibri capaci di rispondere al continuo fluire del cambiamento, linfa vitale della libertà" . (Giampietro N: Berti, op. cit. , p.74) .
(9) Colin Ward, op. cit. , p.69 .
(10) Ibid. , op. cit. , p. 29 .
(11) Ibid. , op. cit. , p.32 .
(12) Da citare la critica di Iris Marion Young : "Nella comunità, le persone cessano di essere l'altro opaco, incompreso, per diventare capaci di empatia reciproca, di fusione, e di comprendere l'altro come comprendono se stesse . Tale ideale della trasparenza reciproca dei soggetti nega la differenza, l'asimmetria di fondo dei soggetti . Come Hegel osservò per primo e l'analisi di Sartre ha approfondito, le persone si trascendono necessariamente le une rispetto alle altre, perché la soggettività è negazione . Lo sguardo dell'altro è sempre oggettivante . Gli altri non vedono mai il mondo dalla mia prospettiva, e quando lo sguardo oggettivante dell'altro si impossessa del mio corpo, delle mie azioni e delle mie parole, sono sempre messa di fronte a un'esperienza di me diversa da quella che ne ho io . Questo reciproco trascendersi dei soggetti è appunto ciò che rende possibile la condivisione tra noi, un fatto a cui Sartre sembra dare meno rilievo di Hegel . La condivisione, tuttavia, non è mai totale comprensione e reciprocità . E inoltre è fragile : l'altro può sempre, da un momento all'altro, dare alle mie parole un'interpretazione diversa da quella intesa da me o spingere le mie azioni a conseguenze che io non intendevo . La stessa differenza che rende possibile la condivisione fa anche dell'incomprensione, del rifiuto, dell'abbandono e del conflitto condizioni sempre possibili del nostro essere insieme". (Iris Marion Young, La politica delle differenze, p.290) .
(13) Colin Ward, op. cit., pp.51-52 .
(14) Ibid. , op. cit. , p.62 .
(15) Ibid., op. cit. , p.65 .
(16) Ibid, op. cit. , p.74 .
(17) "Il modello organizzativo dell'associazione volontaria - a differenza dello 'stato di natura', che è costruzione di tipo individualistico e giuridico-razionale - è un concetto sociologico che ci consente di pensare in maniera 'non contrattualistica' relazioni spontaneamente nate libere dal dominio . Allora la società libera dal dominio non ha più bisogno di essere concepita come quell'ordinamento strumentale, quindi pre-politico, risultante dai contratti, cioè dalle interessate intese di privati che agiscono in maniera strategica . Integrata dalle associazioni invece che dai mercati, la società verrebbe allora a costituirsi come un ordinamento 'politico' e nello stesso tempo 'libero dal dominio' . Gli anarchici riconducono il processo di socializzazione a impulsi diversi da quelli teorizzati dal moderno diritto naturale : cioè non all'interesse che spinge all'utile scambio dei beni, bensì alla disponibilità verso un'intesa che risolve problemi e coordina azioni". (Jurgen Habermas, op. cit. , p.91)
(18) Prima di rispondere a questa domanda bisogna considerare anche il 'pericolo' potenziale del fenomeno associativo messo in luce da Ota de Leonardis . "Vi sono presenti per esempio forme associative che generano una chiusura particolaristica in altrettanti piccoli 'noi' tra loro concorrenziali, e in opposizione a volte dichiarata a valori e norme universalistiche; e che perciò alimentano le tendenze al moltiplicarsi di separazioni e fratture tra comunità di discorso e di azione tra loro incomunicanti . In questi casi la forza dell'identità di gruppo della singola organizzazione, del sentimento di appartenenza, corrisponde ad una drastica riduzione dello spazio di quest'appartenenza, della densità e pluralità delle voci che la interpretano e la elaborano . Queste riedizioni della 'comunità' - dove prevalgono relazioni segmentarie fondate sulla somiglianza - hanno indotto a parlare di 'nuovo tribalismo' ". (Ota de Leonardis, op. cit, p.180)
(19) Colin Ward, op. cit. , p.88 .
(20) Ibid. , op. cit. , p.152 .
(21) Giampietro N. Berti, op. cit. , p.13 .
(22) Ibid. , op. cit. , p.183 .
(23) Jurgen Habermas, op. cit. , p.92 .
(24) Giampietro N. Berti, op. cit. , p.180-181 .
(25) Colin Ward, op. cit. , p.204 .