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Attraverso l'analisi della sfera pubblica borghese, Habermas ha messo in luce i fondamenti di razionalità e legittimità dello stato democratico a partire dall'istituzione della discussione critica  tra gli individui, che prescinde dalla tradizione o dalla condizione sociale dei cittadini, e si basa sulla sola forza dell'argomentazione razionale . Nel pubblico confronto è la discussione critica e razionale tra diversi punti di vista che porta ad una scelta, e a prevalere è l'argomento migliore trattato nella discussione, non le caratteristiche o l'influenza sugli individui della persona che argomenta . Quando lo spazio pubblico borghese, fondato su questi presupposti, e, con esso, le sue conquiste, entrano in crisi, non significa che falliscano gli ideali illuministi, i quali ne avevano alimentato la crescita, ma solo che quegli ideali si sono trasformati con la trasformazione socioeconomica della società : nelle democrazie di  massa  la sfera pubblica si espande ed include sempre più partecipanti, ma all'aumento del numero corrisponde una degenerazione nella qualità dei rapporti politici che si instaurano tra gli individui, rapporti in cui manca un effettivo confronto politico . Lo spazio pubblico, quindi, secondo Habermas va ripensato . Il punto di partenza non è il ritorno alla sfera pubblica elitaria (per esempio borghese) in contrasto con le caratteristiche assunte dalle democrazie moderne e con la vasta organizzazione sociale contemporanea . Qualunque forma assuma, la sfera pubblica non deve esimersi dal fondamentale ruolo di integrazione della società  poiché rappresenta quella fitta trama (Web) di relazioni che integra, nel confronto,  la diversità degli individui all'interno della comunità politica . La pratica del confronto pubblico, che Habermas teorizza nei termini di "azione comunicativa", è uno dei modi possibili attraverso cui si possono coordinare le vite degli individui . "Il fatto di avere e di esercitare la possibilità di partecipare alle decisioni collettive che influiranno sulle nostre azioni o sulle condizioni delle nostre azioni promuove lo sviluppo della capacità di riflettere sui nostri bisogni in relazione ai bisogni altrui, di interessarci del rapporto che altri hanno con le istituzioni sociali, di ragionare e di discutere in modo dialettico e persuasivo, e così via . Solo tale tipo di partecipazione, inoltre, può darci il senso di essere in un rapporto attivo con le istituzioni e i processi sociali, il senso che le relazioni sociali non sono fissate dalla natura ma si possono inventare e modificare . Le virtù del cittadino si possono coltivare solo esercitandole"1 .  La società policentrica può essere integrata dalla democrazia partecipativa "autenticamente intersoggettiva e contestuale" .

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