Le parole scritte non coglieranno mai le sfumature di cui questo libro è colmo. "Libertà" è il libro delle sfumature. E' il significato stesso della parola che impone confini mobili al pensiero. Gran parte di ciò che coglie alla gola, infatti, come un nodo a volte troppo stretto, è frutto del montare di una emozione. Il coinvolgimento è doccia di fantasie mentali. Una permanente fuga dal testo.
"E tuttavia il senso di ingiustizia si rivelò una sensazione stranamente fisica. Addirittura più reale, per certi versi, del suo corpo dolorante, puzzolente, sudato. L'ingiustizia aveva una forma, un peso, una temperatura, una consistenza e un pessimo sapore."
(Jonathan Franzen, Libertà, Einaudi, Cles (TN) 2011, pag. 52)
"Ogni giorno aveva a disposizione l'intera giornata per escogitare un modo di vivere dignitoso e soddisfacente, eppure tante possibilità di scelta e tanta libertà sembravano solo renderla più infelice. L'autobiografa è quasi costretta a concludere che si compativa proprio perché era libera."
(Jonathan Franzen, Libertà, Einaudi, Cles (TN) 2011, pag. 200)
I personaggi, autentici e preziosi, i sentimenti, incastonati nell'intensità della vita, ed anche le situazioni sterilizzate e riumanizzate per tempo, hanno tutti sfumature che si percepiscono appena e che poi evaporano, impalpabili. La libertà è una sfumatura. Ti sembra sempre di essere ad un passo dall'afferrare il bastone, ma quando stringi hai sabbia tra le dita e subito polvere ed un colpo d'aria che cancella tutto ti indispettisce.
"- Ma questo succede perché la gente è libera, - disse Joey. - La libertà non è proprio questo? Il diritto di pensare quello che si vuole? Cioè, lo ammetto, certe volte è una rottura di palle."
(Jonathan Franzen, Libertà, Einaudi, Cles (TN) 2011, pag. 294)
Franzen è sostanzialmente un dispettoso. Gioca molto di più con il lettore che con i suoi personaggi. I cambi di manovra ed i ritmi sono cadenzati sull'attenzione e la fragilità di chi legge mentre i personaggi, di certo più robusti del nostro immaginario, sono pietre grezze ed immobili nella teca dell'autore. Sembra quasi che il lettore sfumi di continuo nel mentre l'autore lima gli spigoli, irrobustisce la fragilità ed azzarda poetiche vie di uscita.