La protagonista è una forma di leggera armonia che distacca dal quotidiano.
“Più in generale, mi sono chiesto dove stesse andando questo fottuto secolo, e se Thérèse avesse deciso di far saltare gli ultimi contrafforti di un universo che chiedeva soltanto di precipitare nell'irrazionale."
(Daniel Pennac, La passione secondo Thérèse, Feltrinelli, 2003)
Grazie a lei, Pennac ha un'intero libro per ridere di altri e per prendersi un poco in giro.
“«Le solite cose»... C'era un'atroce verità in quel sospiro di umorismo. Non solo la storia della nostra tribù era retta dal meccanismo ripetitivo della fatalità, ma anche la Storia tout-court, la grande, non fa che ripetersi, nonostante quello che si pensa, si dice, si suppone, si analizza, si conclude, si prevede, si decide, si vota, si fa o si commemora, la Storia si ripete peggiorando, come testimonia l'angelica e lurida faccia di Martin Lejoli, affissa sul muro di fronte, nello sbieco della pioggia, l'arancione del lampione e la certezza della sua vittoria finale. Quindi, quindi, quindi, quindi... dicevano i battiti del mio cuore... a forza di ripetizione l'umanità ci ricascherà davvero, un giorno che sento ormai prossimo. E io pure."
(Daniel Pennac, La passione secondo Thérèse, Feltrinelli, 2003)
Ciò che conta nella vita, infatti, è una sana idiosincrasia...
“Non ho voluto vedere altro. Più la tivù mira alla sorpresa e meno sorprende. È nella sua natura di stomaco: gli stomaco non stupiscono mai, digeriscono. A volte vomitano, è questa tutta la sorpresa che ci si può aspettare."
(Daniel Pennac, La passione secondo Thérèse, Feltrinelli, 2003)
...una viva partecipazione agli eventi...
“Ho fotografato quello che mi capitava sott'occhio, senza ricerca né distinzione; i ricordi sono figli del caso, solo gli imbroglioni hanno la memoria in ordine."
(Daniel Pennac, La passione secondo Thérèse, Feltrinelli, 2003)
...l'impasse del giorno dopo giorno...
“Se l'umanità mi è sospetta nel suo insieme, ho sempre dato credito ai singoli individui."
(Daniel Pennac, La passione secondo Thérèse, Feltrinelli, 2003)
...ed un solido retroterra di intransigenza filosofica. Del genere più duro e puro:
“Rimanere il più a lungo possibile alla superficie delle cose."
(Daniel Pennac, La passione secondo Thérèse, Feltrinelli, 2003)