Il dolore è perfetto quando lo vedi necessario. Sono istanti di totale lucidità in cui lo scenario che ci circonda è completo e lo sguardo lo afferra tutto. Poi il mento si appoggia lentamente al petto e gli occhi si socchiudono per attutire il colpo. Il dolore è perfetto quando veniamo colpiti dall'inevitabile.
"Vivere e sognare, confondersi in un'immagine avvicinandosi lentamente verso un volto. Alzare la mano in un saluto, che è una speranza fantasticata nel buio."
(Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto, RCS Libri, Milano (2004) 2011, pag. 10)
La ricerca di uno scopo nella vita, la ricerca di un amore, la ricerca di se stessi, la ricerca di un senso. Il dolore perfetto è la fine della ricerca e dura per tutto il tempo che lasciamo intercorrere tra una ricerca e l'altra. Il dolore perfetto, per essere percepito, ha bisogno dell'immobilità dell'anima. Immobile dinnanzi al necessario.
"E anche se considerava una missione l'andare lontano da casa verso un nuovo lavoro e verso un nuovo mondo, ogni volta che il tramonto sul Padule Lungo accendeva l'acqua di luce una mano l'afferrava stretto per la gola e quasi non lo lasciava respirare. Una presa dalla quale riusciva a liberarsi con lo strattone di un solo pensiero: la convinzione che questo suo viaggio fosse necessario."
(Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto, RCS Libri, Milano (2004) 2011, pag. 12)
Imbrattando le carte della nostra esistenza di bellezza e malattia, di entusiasmo e rancore, dimentichiamo ogni istante per sgravarci del peso dei nostri pensieri. Vivere è dimenticare continuamente. Così facendo, evitiamo di portare fardelli troppo pesanti durante il nostro cammino e concentriamo la nostra attenzione sulla ricerca.
"Per la Rosa no. I suoi figli furono persone, furono lo specchio nel quale raccontare se stessa e crescere assieme a loro, attraverso gesti e parole, attraverso oggetti, ricordi e sensazioni, e li crebbe così, usando quella particolare attenzione che è l'amore, l'ascoltare ogni voce, il vento, il buio, l'attesa, l'infinito complesso di piccoli momenti preziosi grazie ai quali condusse i suoi figli fin dentro la vita."
(Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto, RCS Libri, Milano (2004) 2011, pag. 72)
"Le cose cambiano, avrebbe detto Telemaco, cambiano le stagioni e tutto torna, e forse pensare di sfuggire a questo rotolare è cosa ingenua, debole luce che contro il tempo non vale."
(Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto, RCS Libri, Milano (2004) 2011, pag. 238)
"...Ideale capì il vero segreto del movimento perpetuo, l'immobilità perfetta con la quale tutto ritorna, scorre e rimane dentro di noi per sempre."
(Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto, RCS Libri, Milano (2004) 2011, pag. 345)
Anche la nostra ricerca è perfetta quando la vediamo necessaria.