Gli effetti politici delle nuove tecnologie comunicative sembrano delineare, dunque, due scenari contrapposti che potrebbero caratterizzare il futuro del cyberspazio.
Da un lato la concezione utopistica dell'agorà elettronica, ovvero una rete mondiale di comunicazioni, progettata e controllata dai cittadini. In tale contesto, Internet potrebbe sviluppare su scala planetaria il ruolo svolto, nella Grecia antica, dall'agorà, la piazza centrale della pòlis, che rappresentava il luogo di riunione e di mercato in cui i cittadini si incontravano per parlare, comprare, spettegolare, vendere e discutere. Uno spazio telematico fondato sull'accesso libero, e generalizzato, degli individui, e sul decentramento delle diverse reti (la scomposizione, potenzialmente infinita, del potere concentrato in un unico "sguardo elettronico"). Il punto forte su cui fa leva la concezione della democrazia elettronica è che la tecnologia delle comunicazioni aiuta i cittadini a rompere ogni forma di monopolio vigente sui media (sia ora, quando predomina il modello della trasmissione, sia in futuro). L'importanza politica delle comunicazioni telematiche sta proprio in questa capacità di mettere in crisi l'esistente monopolio della gerarchia politica sui mezzi di comunicazione potent . Soltanto un insieme di principi, leggi direttive e tecnologie, secondo tale concezione, può non rendere vana la speranza che i cittadini continuino a godere i vantaggi della Rete senza cadere vittime del suo potenziale repressivo.
D'altro canto, su posizioni diametralmente opposte, si pone la concezione critica della democrazia elettronica che, in vario modo, teme o prevede l'inesorabile imporsi di forme di potere centralizzate e totalitarie. Sono essenzialmente tre i principali filoni di critica della potenzialità democratica della telematica.