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Attraverso l'analisi della sfera pubblica borghese, Habermas ha messo in luce i fondamenti di razionalità e legittimità dello stato democratico a partire dall'istituzione della discussione critica  tra gli individui, che prescinde dalla tradizione o dalla condizione sociale dei cittadini, e si basa sulla sola forza dell'argomentazione razionale . Nel pubblico confronto è la discussione critica e razionale tra diversi punti di vista che porta ad una scelta, e a prevalere è l'argomento migliore trattato nella discussione, non le caratteristiche o l'influenza sugli individui della persona che argomenta . Quando lo spazio pubblico borghese, fondato su questi presupposti, e, con esso, le sue conquiste, entrano in crisi, non significa che falliscano gli ideali illuministi, i quali ne avevano alimentato la crescita, ma solo che quegli ideali si sono trasformati con la trasformazione socioeconomica della società : nelle democrazie di  massa  la sfera pubblica si espande ed include sempre più partecipanti, ma all'aumento del numero corrisponde una degenerazione nella qualità dei rapporti politici che si instaurano tra gli individui, rapporti in cui manca un effettivo confronto politico . Lo spazio pubblico, quindi, secondo Habermas va ripensato . Il punto di partenza non è il ritorno alla sfera pubblica elitaria (per esempio borghese) in contrasto con le caratteristiche assunte dalle democrazie moderne e con la vasta organizzazione sociale contemporanea . Qualunque forma assuma, la sfera pubblica non deve esimersi dal fondamentale ruolo di integrazione della società  poiché rappresenta quella fitta trama (Web) di relazioni che integra, nel confronto,  la diversità degli individui all'interno della comunità politica . La pratica del confronto pubblico, che Habermas teorizza nei termini di "azione comunicativa", è uno dei modi possibili attraverso cui si possono coordinare le vite degli individui . "Il fatto di avere e di esercitare la possibilità di partecipare alle decisioni collettive che influiranno sulle nostre azioni o sulle condizioni delle nostre azioni promuove lo sviluppo della capacità di riflettere sui nostri bisogni in relazione ai bisogni altrui, di interessarci del rapporto che altri hanno con le istituzioni sociali, di ragionare e di discutere in modo dialettico e persuasivo, e così via . Solo tale tipo di partecipazione, inoltre, può darci il senso di essere in un rapporto attivo con le istituzioni e i processi sociali, il senso che le relazioni sociali non sono fissate dalla natura ma si possono inventare e modificare . Le virtù del cittadino si possono coltivare solo esercitandole"1 .  La società policentrica può essere integrata dalla democrazia partecipativa "autenticamente intersoggettiva e contestuale" .


La sfera pubblica borghese nacque nel momento in cui un pubblico di privati aprì un dibattito critico e razionale sulle questioni politiche con l'intento di influenzare l'autorità statale . Il pubblico di borghesi, formatosi nell'ambito familiare, nello "spazio della libertà" protetto dall'invadenza dello stato, rivalutò il proprio spazio privato e ne difese l'autonomia da ogni tentativo di intrusione esterna . Un gruppo sociale  tentava di costruire una forma di spazio pubblico a propria misura in opposizione (per poi esautorarne le funzioni) allo spazio pubblico statale, fondandosi sull'idea di una società separata dal governo (dallo Stato) e di una sfera privata separata dallo spazio pubblico . Questo gruppo di privati raccolti in pubblico,  la cosiddetta  società civile, si sviluppò come un'autentica sfera dell'autonomia privata in opposizione allo stato, condannando  apertamente il modo di governare fondato  su leggi generali, astratte e depersonalizzate, e rivendicando all'opinione pubblica costituita sul dibattito critico e razionale, la legittimità alla legiferazione . In concomitanza, l'economia di mercato capitalistica, base portante della società civile, fornì mezzi e motivazioni per imporre sulla scena pubblica le pretese della   borghesia . La stretta compenetrazione tra i due ambiti avrebbe sempre fatto seguire alle trasformazioni dell'economia trasformazioni radicali in tutta la società civile, e viceversa .
Sulla questione del mercato, la sfera pubblica borghese promosse la battaglia per una sempre più ampia liberalizzazione : i privati, indipendenti dall'autorità pubblica, chiedevano allo Stato di essere lasciati a se stessi e alle sole regole della   concorrenza . Da un lato si completava la "privatizzazione" della società civile, dall'altro il capitalismo forniva il suo contributo essenziale alla sfera pubblica nell'istituzionalizzare il libero controllo della proprietà produttiva . In ambito strettamente legislativo, gli esiti di questo processo si manifestarono, a livello europeo, nella codificazione del diritto civile che  garantiva le basi della libertà privata .
Nel momento in cui la sfera pubblica, come società civile in generale , si contrappose allo Stato, definendolo, in contrasto ad essa, come spazio impersonale dell'autorità, la sfera privata della società  assunse una rilevanza pubblica (Habermas e Arendt) 2.
La società civile, infatti, prendeva forma  in antitesi all'autorità statale depersonalizzata e  una particolare élite emancipata arrivava a pensare se stessa sia come parte essenziale del pubblico che come controparte della pubblica autorità . Non solo destinataria delle direttive statali, in quanto gruppo  culturalmente preparato, ma anche principale antagonista dell'autorità pubblica, in quanto gruppo di interessi . La sfera pubblica borghese, nel campo di tensione tra stato e società, istituzionalizzava la pratica del discorso critico razionale sulle questioni politiche come innovativa pratica decisionale : il confronto, volto all'interesse generale, non doveva essere distorto da interessi particolari per condurre, secondo ragione, la collettività al vero . Ed il "vero" non discendeva dall'irrazionalità di regole imposte dall'alto dell'autorità pubblica o dalla pratica dell'imposizione unilaterale, ma dal dibattito critico razionale che elaborava le leggi generali di governo . L'arma più efficace adottata dalla borghesia in questo confronto politico fu il pubblico uso, da parte degli individui, della loro ragione .



L'istituzionalizzazione della sfera pubblica, nell'età moderna, si basò essenzialmente su due processi intrecciati inestricabilmente l'uno all'altro: la rivalutazione dello spazio privato e la nascita della sfera pubblica letteraria . La rivalutazione dello spazio privato, della famiglia intesa come sfera dell'intimo,  rappresentò la chiave di volta del sistema di vita della borghesia, sia perché fungeva da punto nevralgico attorno cui ruotava quotidianamente la vita ordinaria, sia perché, punto di riferimento dell'attività economica del capofamiglia, forniva le caratteristiche necessarie che permettevano di entrare e partecipare allo spazio pubblico . L'importanza della formazione di una sfera pubblica letteraria, invece, consistette nel fatto che preparò il terreno di quella politica anticipandone  caratteristiche e funzioni : un gruppo di privati raccolti in pubblico che discuteva, criticamente e nel confronto, sulla diversità. Queste esperienze private fecero leva sul pubblico uso della ragione e sulla crescita della "soggettività orientata all'ascolto" . E' profonda l'intuizione habermasiana che individua il passaggio nodale di sviluppo di una sfera pubblica democratica nell'educazione ad "ascoltarsi l'uno con l'altro" : solo abituandosi alla "comprensione", nel tentativo di impegnarsi a capire le intenzioni altrui  ( percezione dell'altro come potenziale fonte di conoscenza che può mettere in crisi, ma può anche aumentare le capacità individuali ) è possibile la collaborazione e l'elaborazione di una idea a garanzia della convivenza  nella diversità, un "terreno comune" su cui incontrarsi e scontrarsi a partire dalla certezza delle regole condivise .
Nella sfera dell'intimo dello spazio privato, la soggettività di ognuno crebbe "orientata all'ascolto",  orientata alla condivisione dei propri sentimenti con quelli degli altri membri della famiglia . Si dissolveva il limite della pura e semplice riproduzione materiale, ed il salotto letterario, come sfera dell'intimo allargata, si limitò a sostituire ai membri della cerchia familiare altri membri del gruppo di privati, formando una sfera "pubblica" il cui obiettivo era la divulgazione della critica letteraria . La cultura e la proprietà privata, i requisiti di ammissione al salotto letterario, non dovevano essere viste come limitazioni della sfera pubblica, ma piuttosto come semplici "ratificazioni legali" di una condizione sociale raggiunta economicamente nella sfera privata . Erano caratteristiche che definivano un "uomo", ovvero, una persona autonoma e pienamente competente ad entrare in un discorso critico secondo ragione riguardo l'interesse generale . Il borghese, proprietario di beni e persone, ed essere umano, che condivide i propri sentimenti con altri . Come la famiglia, idealizzato spazio non corrotto delle relazioni intime tra esseri umani, rappresentò il dominio dell'interiorità sugli obblighi dell'esistenza dandosi delle proprie regole contro ogni influenza esterna, anche la sfera pubblica letteraria sviluppò l'idea, spiccatamente moderna, di cultura come spazio autonomo :  soggetti diversi, orientati all'ascolto, discutevano su vari argomenti allo scopo di comunicare ed accrescere la propria cultura . Da questo bisogno di autonomia, dall'esigenza di "farsi spazio", discese forse il più grande contributo della sfera pubblica letteraria alla sfera politica : lo sviluppo di institutional bases (piattaforme istituzionali) . Proliferarono i luoghi di incontro dove i privati discutevano di affari e facevano circolare le informazioni, dibattevano sugli eventi e giudicavano l'amministrazione statale ; crebbe la tiratura dei giornali di opinione che rappresentavano a pieno il vorticoso moto impresso dall'illuminismo alla circolazione delle idee ; si articolò, come mai prima di allora, una trama di regole e di relazioni sociali costruita su alcuni punti nodali . Anzitutto i rapporti sociali, lontano dal presupporre l'uguaglianza di status, trascurarono del tutto la condizione  sociale : la  reciproca propensione ad accettare le leggi vigenti, ed al contempo a sospendersi dalla propria condizione, si basò sulla certezza che nel pubblico, proprio a partire da interessi di classe condivisi, fossero infruttuose le relazioni di ostilità : in politica, la nozione dell'interesse comune nella verità e nel giusto assicurava la "nervatura di sostegno" a supporto delle differenti condizioni sociali . In secondo luogo fu cruciale la convinzione che l'argomento razionale fosse il solo arbitro di ogni questione ; l'idea che la razionalità del migliore argomento e non  l'identità di chi parlava fosse decisiva, divenne una istituzione . Terzo, la discussione all'interno di una moltitudine di individui implicò anche la messa in questione di ambiti che fino ad allora non erano mai stati sfiorati, per cui, per esempio, fu aperto alla discussione ogni genere di argomento su cui le autorità della chiesa e dello stato avevano, fino ad allora, esercitato un monopolio virtuale di interpretazione . Il pubblico concentrava il dibattito su tutti gli affari di interesse comune, su ogni questione lo avesse chiamato direttamente o indirettamente in gioco . Quarto, il pubblico di privati emerse "parzialmente inclusivo", nel senso che chiunque (non avesse mancato dei requisiti della cultura e della proprietà), attraverso l'accesso ai prodotti culturali - libri, giornali, rappresentazioni - poteva avere almeno una potenziale influenza sul pubblico dibattito culturale .


Con l'avvento delle democrazie di massa, la ragione emancipativa della borghesia fondata sull'autonomia del mercato rispetto alla sfera produttiva, cedette il posto, secondo Habermas, ad una sorta di "rifeudalizzazione" della società .
Il modello della sfera pubblica borghese presupponeva una netta separazione dello spazio pubblico dallo spazio privato in modo che la sfera pubblica dei privati, raccolti come pubblico, fungesse da ponte tra i bisogni della società e lo stato . L'assunzione da parte di organizzazioni private di sempre più potere pubblico e la penetrazione dello stato nello spazio privato, portò i diversi ambiti, in precedenza distinti, ad invadersi reciprocamente . Da un lato, quindi, la sfera pubblica, formatasi in opposizione al privato e non nella dissolvenza con esso, perse la propria dimensione politica, dall'altro la sfera privata, ridotta alla famiglia, vide frantumarsi l'equilibrio raggiunto tra intimità, necessità e lavoro ; su entrambi s'impose la sfera del sociale, la condizione di ibridazione tra spazi differenti . All'interdipendenza tra stato e società, che si sarebbe realizzata pienamente nello stato assistenziale post-keynesiano, contribuì, infine, anche  l'ingresso, nella sfera pubblica politica, di masse di non proprietari : veniva rimossa  definitivamente la base della sfera pubblica borghese senza che una nuova la   sostituisse .
Il processo dell'esercizio e dell'equilibrio del potere, politicamente rilevante, fu condotto direttamente tra burocrazie private, associazioni di interesse particolare, partiti e pubblica amministrazione . La società iniziò ad essere plasmata dalle spinte corporative dei gruppi di interesse, veri e propri centri oligopolistici di pressione   che agivano dietro le quinte ( secondo interessi particolari e settoriali, cioè non generalizzabili né tematizzabili nella sfera pubblica ), e concedevano, di conseguenza, ai cittadini una partecipazione politica in larga misura  fittizia . "Il pluralismo dei gruppi di interesse, a mio avviso, opera precisamente nel senso di impedire il pubblico dibattito e un processo decisionale pubblico . Ciascun gruppo di interesse promuove il proprio interesse particolare il più completamente e prepotentemente possibile e non ha bisogno di tenere conto degli altri interessi che competono nel mercato della politica, se non sul piano strategico, come potenziali alleati o avversari . Le regole del pluralismo dei gruppi di interesse non richiedono di giustificare il proprio interesse come un diritto o come qualcosa di compatibile con la giustizia sociale"3 . La sfera dell'opinione pubblica, dilatata dall'istituzione del suffragio universale e dalla diffusione dell'informazione, venne svuotata di potere attraverso la rimozione del  particolarismo degli interessi in conflitto, sempre latenti, ed attraverso la riduzione della partecipazione dei cittadini a mera acclamazione plebiscitaria di una scelta politica preconfezionata . Il pubblico, spuntata la temibile arma della critica, si ridusse ad applaudire il ballo del potere e a piegarsi ai dettami del mondo del lavoro ( sfera autonoma con proprie leggi ) che le grandi organizzazioni, pubbliche e private , avevano contribuito a separare definitivamente dalla sfera privata dell'ambiente familiare .


Nel corso del XX secolo, le forme di socializzazione borghesi non si sono estinte, si sono anzi trasformate, adeguandosi alle trasformazioni della società capitalistica, ma con un grande limite : "l'astinenza dal dibattito letterario e politico", che rappresentava inizialmente il senso della loro esistenza . Questo non significa che manchi la partecipazione alla cultura . Essa diventa un consumo collettivo piuttosto che una attiva partecipazione alla produzione  del pensiero . Il dibattito critico razionale della sfera di privati raccolti in pubblico è soppiantato dalla cultura del consumo delle democrazie di massa, dalla soddisfazione individuale dei bisogni e dall'informale stare in compagnia con altre persone . Da un lato, la comunicazione pubblica si riduce ad una infruttuosa ricezione individuale senza dibattito, che uniforma (la  rimozione del discorso critico  implica la depoliticizzazione dello spazio pubblico ed il suo inevitabile impoverimento), dall'altro, l'espansione dell'accesso alla dimensione pubblica (simbolo di partecipazione dell'intera comunità politica all'interesse generale) si risolve nell'incapacità della maggioranza di apprezzare le istituzioni democratiche e di impegnarsi per migliorarle e valorizzarle . La sfera pubblica del XVIII secolo, fondata sul discorso tra privati che entravano nella vita pubblica a partire dallo spazio della loro attività economica, e la cui funzione era centrale nel campo di tensione tra Stato e società, è sostituita dalla sfera pubblica delle democrazie di massa (e dei mass media), con caratteristiche tipiche di uno spazio secondario,  privo di ogni potere decisionale e manipolato da interessi particolaristici . Interessi che per un verso stimolano il sentimento di partecipazione altruistica alla vita del prossimo, la tendenza a condividere emozioni e sentimenti altrui, a creare gruppo, e per l'altro accentuano il freddo cinismo verso le istituzioni da parte di soggetti incapaci di operare una critica razionale dell'autorità pubblica .
Lo spazio pubblico non prende forma nel semplice raccogliersi di una moltitudine di individui, ma dai modi della loro convivenza, dalle regole che la comunità politica si dà per definire mezzi ed obiettivi, problemi e soluzioni . Vanno quindi in netta controtendenza a questo ideale le politiche personalizzate e preparate a tavolino da interessi privati, che trasformano la pubblicità critica in pubblicità di rappresentazione, ed il candidato da politico a divo dello spettacolo 4 . Con la perdita di una nozione dell'interesse generale e la nascita di un consumo orientato, i membri della sfera pubblica perdono il loro "terreno comune" . Proliferano i prodotti, di persone e cose, di idee e sogni, creati per accontentare i vari gusti, ed il pubblico diventa un intruglio da dosare nella sfera pubblica, nell'accomodante spazio del disimpegno dove conta la pubblicità, magari anche il diletto, piuttosto che il dibattito critico razionale .                  I legislatori mettono in scena farse dimostrative per gli elettori e le organizzazioni d'interessi particolari che li sostengono usano il messaggio pubblicitario per aumentare il prestigio della loro posizione, facendo crollare il presupposto, essenziale in politica, di identificazione tra l'individuo e le idee che propone, ed accentuando la tendenza ad evitare i problemi politici concreti che potrebbero aprire un costruttivo dibattito pubblico . I media diventano il mezzo per eccellenza attraverso cui lanciare messaggi pubblicitari e creare, per i consumatori, occasioni di identificazione con le posizioni pubbliche dei gruppi di interesse o di altri personaggi influenti . Il pericolo che ne consegue consiste nella graduale trasformazione della sfera pubblica nel "feudo" di chi entra nel gruppo dirigente dello Stato e dei membri delle varie corporazioni, i quali non ricercano legittimazione attraverso risposte appropriate ad un pubblico critico e indipendente, ma perseguono l'obiettivo di instillare, nel pubblico, determinati stimoli che si conformino ai bisogni di un sistema di potere da loro dominato . I partiti politici seguono, si adeguano, ed infine operano questa trasformazione, definendosi sempre più senza radicamento nel territorio ed accentuando la composizione di un forte apparato burocratico di sostegno, allo scopo di integrare il maggiore numero di individui possibile e manipolare la coscienza politica dei cittadini a seconda dei propri interessi, delle priorità quotidiane dell'organizzazione . Chiude il cerchio la beffa della mobilitazione politica di larghe masse di votanti, provocata per accaparrarsi, nel coinvolgimento emotivo del momento, i voti degli indecisi, di coloro che, non ancora coinvolti dall'ideologia, cercano altre vie nel dissenso o  nell'astensionismo . Il panorama desolante di questa operazione è stigmatizzato dall'apparato direttivo dei partiti che spinge la massa all'acclamazione piuttosto che fornire l'esempio di una  educazione politica  fondata sul confronto critico e razionale delle idee a rimedio dell'immaturità politica dei votanti : il plebiscito si sostituisce al discorso pubblico e la ragione patisce ai colpi comminati dall'entusiasmo e dalla passione  .
Quando i partiti erano costituiti da gruppi di elettori che fondavano le loro scelte politiche sul dibattito critico razionale, si poteva parlare di gruppi di partecipanti alla sfera pubblica . I legislatori erano espressione di  quello spazio pubblico ed agivano nei suoi limiti . Ma con il consumo orientato della cultura di massa e la compenetrazione tra stato e società attraverso gruppi di interesse e corporazioni organizzate, i legislatori diventano agenti ( o capi) di partito con l'obiettivo di concentrare nelle proprie mani un potere che non è controbilanciato da altre forme di potere, e quindi democraticamente esercitato . Più l'interesse in gioco è alto, e la gradazione di quanto sia alto è definita dal "metro del denaro", più si mira a schiacciare invece di competere .


Se non c'è, ad oggi, una valida alternativa ad una politica basata sulla negoziazione di interessi tra gruppi organizzati, almeno, secondo Habermas, si può cercare di invertire la tendenza, assunta da queste organizzazioni, a chiudersi al discorso critico razionale . La battaglia per trasformare le istituzioni e recuperare la sfera pubblica, per rafforzare il nucleo di verità che fu dello spazio pubblico borghese, è una battaglia per rendere la pubblicità una fonte di "ragionata e progressista  formazione del consenso" piuttosto che una occasione per manipolare l'opinione popolare . La pubblicità critica, nel senso più autentico del termine, era, e dovrebbe tornare ad essere, un  principio di democrazia : non in quanto ognuno poteva, in teoria, proporre, con le stesse opportunità, personali inclinazioni, desideri ed opinioni, ma in quanto rendeva possibile l'evolversi delle idee nel dibattito critico razionale del pubblico confronto, in definitiva, dell'opinione pubblica . L'ideale dello spazio pubblico ha bisogno di integrazione sociale per basarsi sul discorso critico razionale, ha bisogno della comunicazione piuttosto che della dominazione manipolativa . E per "comunicazione" s'intende non solo la semplice condivisione delle idee che gli individui già hanno pensato o conosciuto, ma anche il processo di potenziale trasformazione della ragione che progredisce dal dibattito . "Sviluppare la riflessione collettiva sugli autentici bisogni sociali, sottraendola agli imperativi dei falsi bisogni e del consumismo, significa, per Habermas, contrapporre alla razionalità tecnologica (ideologicamente strumentalizzata dal dominio) l'organizzazione sociale di zone sempre più estese di razionalità discorsiva . Il consenso democratico, che dà legittimità alle istituzioni politiche, si realizza in processi di comunicazione simbolica e formazione collettiva della volontà che devono essere idealmente sottoposti ai criteri normativi che guidano ogni razionalità discorsiva : accesso illimitato dei partecipanti e assenza di coazione ."5 Questo obiettivo, però, secondo Habermas non può essere realizzato nella negazione delle grandi organizzazioni sociali, come propone la teoria liberale, che immagina una sfera pubblica occupata solo da individui privati autonomi, senza grandi organizzazioni e senza divisioni (scontri) di interessi, che impediscono una chiara identificazione del bene generale . Nelle democrazie di massa dello stato sociale assistenziale, secondo Habermas, istituzionalizzare l'idea di pubblicità critica è possibile solo attraverso una "razionalizzazione dell'esercizio del potere sociale e politico" sotto il controllo comune di organizzazioni in competizione, esse stesse sottoposte all'obbligo della trasparenza riguardo la loro struttura interna, i momenti di interazione reciproca e soprattutto riguardo la loro interazione con lo stato . Mi sembra che questa ipotesi sia valida . Nonostante tutto occorre valutare anche la critica secondo la quale l'importanza della pubblicità e della democrazia all'interno delle organizzazioni, in assenza di un interesse generale unificatore, può solo valorizzare la rappresentazione nel compromesso, non ottenere l'identificazione tra politica e morale grazie all'impulso del dibattito critico razionale . "At the center of this impass is Habermas's inability to find in advanced capitalist societes an institutional basis for an effective political public sphere corresponding in  character and function to that of early capitalism and state formation but corresponding in scale and  participation to the realities of later capitalism and  states ."6
Rispetto alle possibili considerazioni che mirano a rivitalizzare  la sfera pubblica (l'applicazione delle riforme e delle norme della pubblicità all'interno delle varie organizzazioni), si deve anzitutto ridimensionare il grado della sua degenerazione . La rivitalizzazione di una sfera pubblica critica e politica, a partire dagli anni Sessanta  fino ai nostri giorni, è un esempio lampante che dimostra come la realtà dei fatti proceda su piani diversi, difficilmente assimilabili in una considerazione  generalizzante . Bisogna poi considerare che lo spazio pubblico contemporaneo delle democrazie occidentali, al termine di una lunga transizione dovuta agli sconvolgimenti causati dalle due guerre mondiali, per forme e sostanza va oltre quella degenerazione habermasiana . Forse è il suo superamento . "La ripoliticizzazione della vita pubblica non richiede affatto la creazione di una sfera pubblica unitaria, in cui i cittadini si spoglino delle loro particolari affiliazioni di gruppo, delle loro biografie e dei loro bisogni, per parlare invece di un mitico "bene comune" . In una società differenziata per gruppi sociali, occupazioni, posizioni politiche, differenze di privilegio e di oppressione, di provenienza geografica e così via, la percezione di qualcosa che si avvicini al bene comune può solo essere il risultato di un'interazione pubblica che dia voce alle particolarità anziché sommergerla…Il significato primario di "pubblico" è : ciò che è aperto e accessibile . Il pubblico, per definizione, non esclude, e dunque, in questo senso, è generale ; il che però non implica né omogeneità né l'adozione di un punto di vista generale o universale . Anzi, nelle tribune e negli spazi pubblici aperti e accessibili, ci si aspetta di incontrare e di sentir parlare proprio coloro che sono diversi da noi, coloro che hanno prospettive, esperienze e affiliazioni diverse dalle nostre . Per promuovere una politica di inclusione, dunque, i sostenitori della democrazia partecipativa devono promuovere l'ideale di un pubblico eterogeneo, in cui le persone parlano in prima persona e si presentano con le loro differenze riconosciute e rispettate, se non del tutto capite, dagli  altri"7 .

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