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Questa è la storia di una deviazione. Non tanto però di chi incide sulla realtà deviandone il corso, quanto di chi si comporta diversamente dagli altri. Non è una diversità sessuale, né tantomeno una diversità fisica. E' una diversità mentale. Se non ti comporti come gli altri, sembra tu non abbia scampo. Prima sei considerato strambo, poi escluso ed infine, nel peggiore dei casi, recluso.

"Hutten pensò che in un ambiente del genere chiunque sarebbe diventato pazzo se non fosse riuscito a sfuggire al più presto. Era spaventoso trovarsi disteso su un letto in una stanza buia, circondato da malati di mente. Che utilità poteva avere tutto ciò? Ha mai fatto guarire qualcuno la reclusione? Tutto era così sprangato, prestabilito, da non permettere di decidere da soli neppure dei più piccoli bisogni."

(Arto Paasilinna, Il mugnaio urlante, Iperborea, 1997)

Quanto tempo deve passare perchè una persona che non ha disturbi mentali diventi pazza a furia di stare con chi ha disturbi mentali? 

"Pensò che se avesse avuto un tumore ai polmoni l'avrebbero lasciato vivere in pace, l'avrebbero compatito, aiutato, lasciato soffrire in mezzo alla sua gente. Ma siccome la sua mente era diversa dalle altre, non lo sopportavano, lo relegavano ai margini della vita della collettività."

(Arto Paasilinna, Il mugnaio urlante, Iperborea, 1997)

La forza inesauribile del protagonista di resistere e di affrontare le avversità seguite alle ingiustizie subite, arriva, oltre che dal sincero amore per una donna, anche da una incontenibile sete di conoscenza. 

"...non bisogna mai adagiarsi nell'ozio, ma sempre cercare di coltivarsi, anche nelle situazioni difficili. Solo così ogni finlandese potrà alla fine raggiungere la felicità ed il successo, contribuendo intanto al bene di tutto il paese..."

(Arto Paasilinna, Il mugnaio urlante, Iperborea, 1997)

Il condizionamento sociale è quindi la base del racconto e, probabilmente lo è anche della vita di tutti noi. Da un lato può sfociare nel'abbrutimento della reclusione e dell'abbandono, dall'altro può rappresentare l'ultimo appoggio di un piede che poi si stacca da terra e scalcia libero mentre il corpo è trasportato dal deltaplano.

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