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L'indice del libro riporta le voci "Il responsabile", " La missione", "Il viaggio". Non si accenna in alcun caso alle risorse umane. Il motivo è chiarito durante la lettura: la risorsa umana oggetto del racconto, è quella del responsabile stesso.

Il responsabile delle risorse umane, questa volta, deve intraprendere un percorso forzato che lo riporti al senso della sua funzione all'interno di uno spazio di lavoro, al valore umano che il suo ruolo ha nei rapporti con gli individui con cui collabora.  

Il responsabile delle risorse umane ha uno shock da risveglio improvviso quando, suo malgrado, la realtà gli impone di riflettere su quanto umane siano le persone. Si assiste alla nascita ed alla crescita dell'imbarazzo dovuto alla consapevolezza che da troppo tempo ormai, gli altri erano cose tra le cose.

"In una notte di tempesta come questa è preferibile avere a che fare con materiali inerti piuttosto che con una fragile umanità ferita. Qui è possibile correggere gli errori con il semplice movimento di un'interruttore o la pressione di un pulsante."

(Abraham B. Yehoshua, Il responsabile delle risorse umane, Einaudi, Torino 2004, pag.27)

L'abbaglio ed il lento ripristino della vista, da intendersi come ridestarsi di una sensibilità sopita, consentono al protagonista di riflettere anche sui propri rapporti privati, all'interno della famiglia, che in qualche modo erano sfuggiti dall'orizzonte della sua esistenza. Il ruolo, anche in quella circostanza, aveva svuotato di umanità la persona e quindi l'interazione famigliare assomigliva più ad una gestione della risorse umane disponibili che ad un sentire la presenza di affinità accanto alla propria anima.

"Come se si fosse insinuata in lui la certezza segreta che in quella donna, anche solo standole vicino, avrebbe potuto cercare qualcosa che non aveva mai sperato di trovare, per quanto sapesse che esisteva."

(Abraham B. Yehoshua, Il responsabile delle risorse umane, Einaudi, Torino 2004, pag.54)

E' molto raro che qualcosa di stravolgente ed inaspettato accada. E' molto frequente invece che quel qualcosa abbia l'effetto di un sasso nello stagno. Nella "missione" e nel "viaggio", invece, il protagonista recupera, di certo con grande affanno, ma anche con altrettanta costanza, molti dei pezzi del puzzle che componevano la sua personalità, tornando a riappropriarsi soprattutto di quei valori fondanti che non solo un responsable delle risorse umane dovrebbe avere ma che dovrebbero essere la costante nella vita di qualunque individuo superiore: integrità, coraggio, rispetto e lealtà.

"La sua esperienza militare gli ha insegnato che se i sottoposti riconoscono da soli i propri errori, il silenzio dell'ufficiale è un'adeguata dimostrazione delle sue capacità di comando."

(Abraham B. Yehoshua, Il responsabile delle risorse umane, Einaudi, Torino 2004, pag.207)

Non è quindi soltanto la storia di un individuo che, rimettendo in discussione il proprio ruolo, recupera anche la propria umanità. E' soprattutto il racconto di come, ogni istante della nostra esistenza possiamo utilizzare ciò che ci accade non solo come muro su cui fare rimbalzare la pallina e, a volte, le persone. La vita spesso ci chiede un vero e proprio salto con l'asta, per scavalcare le paure ed i propri limiti con lo slancio della responsabilità, con la forza del rispetto e con l'impeto dell'amore.

"- L'amore - dice il serpente a nome di Platone - è una prova della nostra caducità, ma anche della nostra possibilità di superarla.
La passione umana aumenta gradatamente, come quando si percorre una scala, salendo di gradino in gradino, dal più basso al più alto, dal concreto all'astratto, dal materiale allo spirituale. E la scoperta del mondo, secondo questo criterio, è la compensazione per l'amante saggio, che riesce ad amare senza dipendere dall'oggetto della sua passione perché sa che ciò che lo attira in esso si trova in linea di principio anche in altri. Quindi si imbarca in una ricerca che, attraverso la bellezza di altri corpi, lo conduce al di là del materiale, alla bellezza dell'anima..."

(Abraham B. Yehoshua, Il responsabile delle risorse umane, Einaudi, Torino 2004, pag.203)

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L'evasione è un movimento. Qualcosa è accaduto.

L'evasione soffia nella realtà, la gonfia e la realtà scoppia in una proliferazione di immagini effimere, deliziose.

Sono voli di trapasso, sono impeti e non si contiene questo traboccare.


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