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Secondo Foucault, il "problema del governo" è un passaggio centrale per articolare la dimensione del potere con quella del soggetto. Il governo è visto come il prodotto di azioni che invadono contemporaneamente diversi ambiti della vita individuale e collettiva senza che sia possibile  fare riferimento ad una "immutabile essenza" o ad un "centro unico di irradiazione . E' un'arte pratica, un modo di fare espresso dalla creatività individuale e dalla capacità di impiego della tecnica, percepibile esclusivamente negli effetti che produce. E' la relazione tra "attori e mondo" riguardo una molteplicità di situazioni : dalle relazioni circoscritte  (tra padre e famiglia, tra maestro e discepolo, tra medico e malato, tra sorvegliante e recluso) a quelle più ampie ed inclusive (tra popolazione e territorio, ovvero il governo centrale dello Stato sulla società) . La prassi di governo ha diversi gradi e diverse forme. Pertanto, i punti essenziali su cui ruota il pensiero di Foucault sono : "come governarsi, come essere governati, come governare gli altri, da chi si accetterà di essere governati, come fare per essere il miglior governante possibile" . Il primo compito di un critico del potere e del sapere è quello di percepire il limite oltre il quale diventa intollerabile essere  governati. Per fare questo, Foucault sovverte i modi abituali di lavorare e di pensare, contesta la gerarchizzazione scientifica del sapere e cerca di rimettere in questione ciò che viene dato per scontato nell'esistenza quotidiana di ogni individuo ; mette in luce come l'oggetto dell'esperienza umana (la personalità, il corpo, le istituzioni sociali, le norme scientifiche, ecc.) sia il prodotto di relazioni di potere storicamente variabili, al cui interno gli individui sono, al contempo, oggetti e soggetti del saper .

E' il tentativo di "individuare il nesso di sapere-potere che permette di cogliere le condizioni  di accettabilità di un sistema, sia quello della malattia mentale, quello penale, della delinquenza, della sessualità…e seguire le  linee di rottura che caratterizzano il suo emergere "(1). Foucault cerca di  capire come resistere alle "forme di verità" imposte da ogni sistema di sapere-potere moderno,  disciplinare  e confessionale. "The agents of this distinctively modern form of normalizing/disciplinary power include social scientists, social workers, psychiatrists, doctors, teachers, and the ordinary citizen who internalizes the categories and values of the power regime…This means that power is 'capillary' - it circulates through the cells and extremities of the entire social body and operates on every level of social practice, social relations, and social institutions. I shall refer to this capillary view of power as 'ubiquitous'  "(2). L'obiettivo non è emancipare la verità dal sistema di potere, ma distaccare la verità dalle "forme di egemonia" - economica, ma anche sociale e culturale - all'interno delle quali opera in ogni periodo storico. Foucault comprende che il potere è ancorato in una molteplicità di micro-pratiche (le pratiche sociali che comprendono la vita quotidiana nelle società moderne), ed è in questi punti che devono nascere politiche di opposizione. Egli politicizza la vita di ogni giorno, il quotidiano e le sue implicazioni, perché crede che la possibilità di resistenza degli individui sia tenuta aperta esclusivamente dalla molteplicità di lotte per il potere, dalla differenza che appartiene alle tante voci che si alzano contro il potere.


E' importante comprendere, quindi, il modo attraverso il quale Foucault vuole operare questa analisi storica  della "discontinuità" (i momenti storici in cui cambiano le "pratiche sociali") sostituendo "what has been seen to be unitary, necessary, and invariant with the multiple, contingent and arbitrary"(3). Lo strumento adottato è la critica, ma dal momento che l'approccio comune intende il concetto di critica come strettamente legato con il concetto di illuminismo, Foucault deve, preliminarmente, scindere i due termini per recuperarne la specificità e, solo in seguito al loro confronto, addentrarsi nell'analisi storica.

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